«Il professor Giacomelli deve aver pagato la sua voglia di conoscenza. Deve aver violato, inconsapevolmente, qualche limite proibito. Forse qualcuno si è sentito profanato per una sua irruzione verbale o psichica e si è difeso con forza, con rabbia. Perché, con tutta la sua sensibilità e la sua empatia, anche il professor Giacomelli poteva sbagliare la mira; era un uomo, non un supereroe. Non era infallibile. E deve aver pagato un errore, una disattenzione fatale. Come un portiere che sbaglia a sistemare la barriera davanti a lui, quando la squadra avversaria deve battere una punizione o si schiera lui stesso verso il palo sbagliato e viene beffato dal pallonetto che lo scavalca, inesorabilmente».
Non era forse stata la famiglia, l’obiettivo della barbara macchinazione messa in atto dagli artefici anonimi? Non si era trattato proprio di un attacco al cuore di quell’istituzione? Non aveva ruotato attorno alla dissacrazione delle famiglie dei ragazzi, quella gragnola di colpi mancini che li aveva trafitti al centro del cuore, tramutandoli in uomini incerti e dubbiosi, inclini a interrogarsi sul proprio passato e il proprio futuro, pronti sempre a stare in guardia contro tutto e tutti?
E la vittima più tangibile non era stato proprio un familiare di una componente del gruppo, un uomo inattaccabile sul piano individuale e professionale? La famiglia era quindi il fulcro di tutto.
E quell’indagine doveva, a sua volta, incentrarsi sulla famiglia. Svelarne ogni debolezza, smascherarne ogni pecca e contraddizione senza trascurare alcuna minuzia, senza lasciarsi abbagliare da alcun falso scintillio, senza inciampare in alcun finto ostacolo costruito ad arte, in nome della verità e della giustizia.
L’Autore
Patrizia Alò è romana e si è laureata alla Sapienza in Filosofia con un piano psico-pedagogico, discutendo una tesi in Comunicazioni di massa sul divismo. Giornalista professionista, ha collaborato con vari periodici nei settori sport, costume e spettacolo, ed è stata redattrice all’AGI. Fra i riconoscimenti ottenuti, il Premio Coni per il Racconto sportivo nel 1981 con Il tappo e una targa d’onore nel 2001 nello stesso concorso con A tempo scaduto. Nel 2007 ha vinto il concorso “Giallo di Roma e del Lazio” con il romanzo Streamers e nel 2009 si è aggiudicata il premio Albus “In poche parole” con il racconto Passaggi e tiri in porta. Infine nel 2010 si è piazzata al primo posto nel concorso “Progetto Babele-Unibook” con il racconto Verrà l’alba e avrà il suono di una radiosveglia, acquisendo il diritto di pubblicare un’antologia di suoi racconti. Fra le sue opere, ama ricordare Signori, il mondiale è servito, contenente articoli e interviste come inviata ai mondiali di Italia ‘90, pubblicato dalle edizioni di Ciao 2001, e Kontrokorrente, edito dalla Fermenti, che raccoglie gli articoli delle sue rubriche “Kontrokorrente” e “Nonsolorock”, corsivi pungenti e satirici usciti nel 2000 sul sito Publiweb. Con le edizioni di Ciao 2001 ha anche realizzato tre racconti sui fans metallari degli anni ’80, poi raccolti in C’era una volta il metal, pubblicato dalle edizioni Le streghe. La psicologia, la musica, lo sport e i thriller sono le sue principali passioni, assieme ai gatti persiani di cui ha gestito per un periodo l’allevamento “Abracadabra” con la sua “socia” Gabry.
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